Via XX Settembre n° 40/42 - Cardano al Campo, 21010, Varese - 0331 733087 - CF/P.IVA 02084390125
Ai sensi della DGR 392/2013, il 12 luglio 2013 è stato approvato dalla Regione Lombardia il seguente progetto:
“ATTIVAZIONE di INTERVENTI A SOSTEGNO DELLE FAMIGLIE con la PRESENZA di PERSONE con DISABILITA’, CON PARTICOLARE RIGUARDO ai DISTURBI PERVASIVI DELLE SVILUPPO E DELLO SPETTRO AUTISTICO”
Bisogno al quale intende rispondere la legge in oggetto:
Il riordino del welfare lombardo ha avuto e continua ad avere l’obiettivo di collocare la persona e la famiglia al centro delle politiche di welfare attraverso una modalità di realizzazione degli interventi capaci di sostenere il ruolo sociale della famiglia, il sistema delle politiche sociali e sociosanitarie deve valorizzare e sostenere i compiti già abitualmente svolti dalla famiglia offrendole una rete di supporto e di aiuto in chiave sussidiaria.
La difficoltà portata da parte delle famiglie, all’interno delle quali si registra la presenza di persone affette da disturbi dello spettro autistico, nel gestire quotidianamente la complessità della situazione afferisce principalmente a due aree di problemi:
– la solitudine delle famiglie e la necessità nell’essere meglio informate, orientate ed accompagnate,
– la frammentazione dei servizi a seguito della quale emerge l’effettivo bisogno di formalizzare un progetto individuale complessivo che preveda azioni e processi da garantirsi da parte della rete integrata dei servizi, in sinergia con gli attori formali e informali del sistema.
Analizzata la realtà dei servizi e rilevato il bisogno latente, Regione Lombardia ha disposto, attraverso l’emanazione della D.g.r. 392/2013, che:
– le Aziende Sanitarie Locali attribuiscano delle funzioni specifiche di case management, all’interno del loro modello organizzativo e nell’ambito delle loro strutture;
– che tale modalità organizzativa debba essere in grado di potenziare la capacità del sistema di mettere in atto un insieme coordinato di operazioni e processi volti ad aiutare nell’accesso ai servizi e ad assicurare che le prestazioni erogate siano provviste in maniera adeguata, tempestiva e senza sovrapposizioni;
– che la modalità organizzativa posta in essere dalla ASL preveda la presenza di operatori con specifiche competenze ed esperienza;
– che la ASL, nello svolgere le attività di case management, possa avvalersi del contributo di realtà significative già operanti sul territorio, accreditate, che abbiano maturato un’esperienza di rilievo o che abbiano già in corso attività, anche di carattere sperimentale, e radicate sul territorio;
– che le sotto elencate attività costituiscono il nucleo centrale dell’operatività:
- informazione, orientamento e accompagnamento della famiglia e della persona,
- raccordo e coordinamento dei diversi attori del sistema dei servizi (es. Comune/Ambito territoriale, ASL, Neuropsichiatria, Dipartimento di Salute Mentale, Scuola/Formazione, Enti Gestori, Associazioni),
- consulenza alle famiglie ed agli operatori della rete dei servizi territoriali, sociali e sociosanitari, per la disabilità;
- sostegno alle relazioni familiari;
- predisposizione del Progetto Individuale in cui vengono prefigurati gli interventi da garantirsi;
- messa a disposizione di spazi/operatori per favorire l’incontro delle famiglie, lo scambio di esperienze, il reciproco aiuto.
Modalità con le quali l’ASL di Varese ha assunto le funzioni richieste:
La ASL di Varese ha assunto le funzioni di case management per le famiglie in questione tramite specifico servizio denominato “Servizio Fragilità”, presente con equipe operativa in ogni distretto socio-sanitario del territorio.
La scelta di tale modalità organizzativa è stata fatta allo scopo di potenziare la capacità del sistema di mettere in atto un insieme coordinato di operazioni e processi, volti ad aiutare le persone nell’accesso ai servizi.
Il “Servizio Fragilità” dell’Asl di Varese, è stato affidato tramite gare di appalto a un soggetto del territorio, Solidarietà e Servizi cooperativa sociale, avente documentata esperienza nel settore specifico della disabilità grave e dei disturbi pervasivi dello sviluppo. Il modello organizzativo adottato dal Servizio Fragilità è il seguente: sono operanti, nei distretti socio sanitari dell’Asl di Varese, équipe costituite da assistenti sociali e da psicologi con esperienza specifica in case management e nella disabilità, è inoltre prevista una funzione di call center informativo ed orientativo in tutti i settori della vita del disabile e della famiglia.
Il Servizio Fragilità si avvarrà della collaborazione di realtà nell’espletamento delle seguenti funzioni:
– informazione, orientamento e accompagnamento della famiglia e della persona con disabilità,
– consulenza alle famiglie ed agli operatori della rete dei servizi territoriali, sociali e sociosanitari;
– sostegno alle relazioni familiari;
– messa a disposizione di spazi/operatori per favorire l’incontro delle famiglie, lo scambio di esperienze.
Di seguito, attraverso la seguente tabella sono illustrate le singole azioni:
AZIONE |
OBIETTIVO |
ATTIVITA’ PREVISTE |
OPERATORI |
MODALITà EROGAZIONE VOUCHER |
Informazione, orientamento e accompagnamento della famiglia e della persona con disabilità | Fornire un’informazione mirata ed approfondita sulla domanda formulata. | Ascolto, lettura, elaborazione delle richieste e formulazione di risposte mirate |
Assistente Sociale e/o psicologo |
Tempo medio di intervento: 4 incontri da 2 h (comprensivo di tutti gli interventi necessari per fornire una prestazione completa).La sede degli incontri (ente, scuola, centro, domicilio) potrà essere definita sulla base delle esigenze legate alla singola situazione. |
Orientare nella scelta dell’intervento ritenuto più efficace. | Lettura e approfondimento della richiesta. | |||
Formulazione di ipotesi di lavoro che meglio possono rispondere al bisogno espresso tenendo presente le risorse personali e territoriali. | ||||
Accompagnare la famiglia o la persona disabile e sviluppare capacità relazionali all’interno del tessuto sociale. | Verifica della situazione, attraverso un lavoro diretto con la famiglia o la persona disabile per “fare insieme” parti del percorso sostenendola nei contatti diretti con la rete territoriale e le istituzioni. | |||
Consulenza alle famiglie e agli operatori dei servizi territoriali, sociali e socio-sanitari per la disabilità | Rafforzare le capacità di accogliere i bisogni specifici del bambino/adulto. Individuare strategie educative e linee di lavoro condivise per favorire i processi adattivi del bambino/persona disabile e la sua capacità di espressione e comunicazione. | Incontri periodici con gli operatori territoriali che hanno in carico il caso, colloqui con i genitori, con gli insegnanti, educatori, colleghi anche in presenza della famiglia, per favorire lo scambio di informazioni e definire interventi adeguati e condivisi.Osservazione e supervisione a domicilio, a scuola, presso centri o nell’ambito lavorativo. | Medico e/o psicologo e/o pedagogista e/o assistente sociale e/o educatore. | Ciclo di 5 interventi/incontro, tempo medio previsto da 2 h (comprensivo di tutti gli interventi necessari per fornire una prestazione completa).La sede degli incontri (ente, scuola, centro, domicilio) potrà essere definita sulla base delle esigenze legate alla singola situazione. |
Sostegno alle relazioni familiari | Supportare le famiglie nella formulazione ed attuazione del percorso di presa in carico della situazione e di predisposizione ed attuazione del Progetto Individuale. | Attività di ascolto e sostegno psico-sociale rivolto ai genitori e/o alla famiglia allargata, per consentire loro di affrontare consapevolmente la ricerca di nuovi equilibri volti alla condivisione, formulazione ed attuazione del percorso di presa in carico della situazione e di predisposizione ed attuazione del Progetto Individuale. | Psicologo e/o assistente sociale e/o educatore. | Ciclo di 5 colloqui individuali e/o di coppia tempo medio previsto 2h(comprensivo di tutti gli interventi necessari per fornire una prestazione completa).La sede degli incontri (ente, scuola, centro, domicilio) potrà essere definita sulla base delle esigenze legate alla singola situazione. |
Messa a disposizione di spazi/operatori per favorire l’incontro delle famiglie, lo scambio di esperienze, il reciproco aiuto. | Promuovere percorsi di gruppo di auto-mutuo aiuto a per favorire l’incontro delle famiglie. | Attività di ascolto e condivisione tra le famiglie (rivolto ai genitori e/o alla famiglia allargata) di esperienze e vissuti per un aiuto reciproco. | Assistente sociale e psicologo. | Gruppo con minimo di 6 ed un massimo di 12 partecipanti10 incontri di 2 h. ciascuno condotti da 2 operatori in copresenza. |
Al fine di realizzare tale modello si è costituito un Tavolo di Lavoro formato dal livello di coordinamento delle aree fragilità, dalle realtà significative e dalla Direzione Sociale dell’Asl di Varese.
La definizioni dei compiti e dei ruoli degli enti coinvolti è stata definita attraverso la strutturazione e condivisione di un Piano Partecipato a livello Territoriale.
Il coordinamento delle azioni di case management verrà mantenuto dalle aree fragilità di concerto con gli operatori della Direzione Sociale implicati nel monitoraggio delle azioni.
La governance dell’azione sarà assunta e mantenuta dal Dipartimento ASSI della Direzione Sociale dell’Asl di Varese.
Modalità attuativa di presa in carico e gestione del caso:
La famiglia accede all’intervento di case management formalizzando la richiesta al Servizio Fragilità, tale richiesta avviene in forma telefonica attraverso il call center La Tela.
La richiesta viene fatta dalla famiglia o dal soggetto disabile anche su consiglio e supportata dall’ausilio del medico specialista o degli operatori dei servizi territoriali competenti ed operanti a livello locale.
Il call center, previa verifica della presenza di una diagnosi, e sulla base della residenza del richiedente, fissa un appuntamento con il Servizio Fragilità territorialmente competente. Durante un primo colloquio vengono valutate preliminarmente le azioni da attivare e l’ente territoriale preposto all’erogazione.
Successivamente alla presa in carico il Servizio Fragilità, consultato l’Ente erogatore della singola azione, predispone un progetto individuale che deve contenere specifica in merito alle azioni da garantire alla persona/famiglia attinenti l’intervento di case management.
L’ente preposto eroga l’azione o le azioni che sono state prescritte in costante raccordo con gli operatori del Servizio Fragilità competente, ogni rimodulazione dell’intervento o riedizione della singola azione dovrà essere concordata ed approvata dall’area fragilità. Il Servizio Fragilità valuta la conclusione dell’intervento di case management.
La seguente flowchart ha lo scopo di illustrare la sequenza delle azioni ed i soggetti che agiscono nell’intervento di case management.
Dettaglio degli enti con specifica delle singole azioni alle quali ognuno si candida:
DENOMINAZIONE ENTE |
AZIONE/I |
Cooperativa socialeSolidarietà e Servizi |
– Coordinamento dell’azione di case management; – raccordo e coordinamento dei diversi attori del sistema dei servizi; – predisposizione del Progetto Individuale in cui vengono prefigurati gli interventi da garantirsi attraverso la rete dei servizi alla persona disabile ed alla sua famiglia. |
FondazioneRenato Piatti – onlusAias busto “A. Tosi”onlus
Fondazione sacra famiglia onlus
Il seme cooperativa sociale – onlus |
– Informazione, orientamento e accompagnamento della famiglia e della persona con disabilità, – consulenza alle famiglie ed agli operatori della rete dei servizi territoriali, sociali e sociosanitari, per la disabilità; – sostegno alle relazioni familiari; – messa a disposizione di spazi/operatori per favorire l’incontro delle famiglie, lo scambio di esperienze, il reciproco aiuto. |
Una lanterna per la speranza – onlus |
– consulenza alle famiglie ed agli operatori della rete dei servizi territoriali, sociali e sociosanitari, per la disabilità; – messa a disposizione di spazi/operatori per favorire l’incontro delle famiglie, lo scambio di esperienze, il reciproco aiuto. |
Tutte le azioni del piano sono integrate e collegate alle iniziative che la Regione Lombardia e le Asl stanno attuando e attiveranno, al fine di razionalizzare le risorse e non creare sovrapposizione rispetto agli interventi previsti, in particolare nel Piano sarà integrata l’azione innovativa ex DGR 63/2013 “Sostegno domiciliare a famiglie con bambini affetti da disturbi pervasivi dello sviluppo”.